UDSC: transfair reagisce al rapporto della CdG-S

Amministrazione pubblica

UDSC: transfair reagisce al rapporto della CdG-S

La Commissione della gestione del Consiglio degli Stati (CdG-S) ha criticato duramente l’UDSC, poiché mancano le basi legali per la riorganizzazione. Ora anche transfair ha avanzato rivendicazioni tramite una lettera aperta indirizzata al Consiglio federale.

Matthias Humbel

In breve

transfair reagisce al rapporto della CdG sull’UDSC con una lettera aperta al Consiglio federale e avanza le seguenti rivendicazioni:

  • no alle uniformi e alla dotazione di armi ai collaboratori civili;
  • sospensione del programma di formazione continua «Allegra» fino a quando non saranno definite le basi legali;
  • un migliore coinvolgimento del personale nel processo di riorganizzazione;
  • una maggiore importanza alla trasformazione culturale che renda giustizia alla dogana e al Cgcf.

Nel suo comunicato stampa del 30 maggio 2022, la CdG-S ha criticato duramente l’UDSC. La reazione di transfair è disponibile qui. Le accuse della CdG-S sono pesanti. L’UDSC avrebbe anticipato il processo legislativo e avviato modifiche ancora prima che il Parlamento potesse prendere visione della nuova legge sulle dogane.

La CdG-S ha esortato il Consiglio federale a prendere posizione entro il 23 settembre 2022 e chiede che nessun collaboratore civile sia dotato di armi e debba indossare un’uniforme fino a quando non ci sarà una rispettiva base legale. Inoltre, fino ad allora non deve aumentare in maniera significativa il numero dei collaboratori che svolgono compiti legati alla sicurezza.

transfair contrattacca

transfair ha reagito insieme a Garanto e all’APC e, in una lettera aperta al Consiglio federale, si associa alle richieste della CdG-S, avanzando rivendicazioni proprie:

  • no alle uniformi e alla dotazione di armi ai collaboratori civili, nonché sospensione del programma di formazione continua «Allegra» fino a quando non saranno definite le basi legali;
  • un migliore coinvolgimento del personale nel processo di riorganizzazione, una tavola rotonda sulla modalità di controllo a 360°, nonché un diritto di audizione per tutti i progetti che hanno un impatto sul personale;
  • una maggiore importanza alla trasformazione culturale che renda giustizia alla dogana e al Cgcf, ossia tramite la creazione di uno strumento per una riflessione continua.

È fondamentale prendere sul serio i timori dei collaboratori dell’UDSC. I cambiamenti professionali che li aspettano sono enormi. Senza un coinvolgimento diretto e un accompagnamento attento della trasformazione culturale, la riorganizzazione è destinata a fallire. Per tutti i collaboratori dell’ufficio sono necessarie soluzioni buone e lungimiranti. transfair continuerà a lavorare su questo aspetto nei gruppi di lavoro dell’UDSC.