«Ottimizzazione» del sistema salariale della Confederazione: ridistribuzione inaccettabile

Amministrazione pubblica

«Ot­ti­miz­za­zio­ne» del sistema salariale della Con­fe­de­ra­zio­ne: ri­dis­tri­bu­zione inaccettabile

Ciò che viene presentato come un’«ottimizzazione» per le collaboratrici e i collaboratori dell’Amministrazione federale comporterà diversi peggioramenti: dietro agli adeguamenti del sistema salariale si cela una ridistribuzione dalle classi salariali inferiori a quelle superiori, cosa che per transfair è inaccettabile.

Matthias Humbel
Matita rossa davanti alla calcolatrice (primo piano)

In breve

  • La Confederazione ha preso una decisione sull’«ottimizzazione» del sistema salariale nell’Amministrazione federale.
  • Per molte collaboratrici e molti collaboratori ancora in fase di progressione salariale questo comporta un notevole svantaggio.
  • Il problema sta nel cosiddetto salario target (ossia quello che il personale può raggiungere nel corso degli anni con buone prestazioni) che si trasforma nel nuovo limite massimo salariale realistico. L’importo massimo rimane ufficialmente invariato, ma è praticamente irraggiungibile.
  • Questo fatto determina una ridistribuzione dei salari da quelli più bassi a quelli più alti.
  • transfair ha criticato a più riprese questi sviluppi e voleva negoziare i dettagli del nuovo sistema salariale con il Consiglio federale. Purtroppo la nostra richiesta è rimasta inascoltata.

Il 30 aprile 2025, il Consiglio federale ha approvato i parametri per il nuovo sistema salariale dell’Amministrazione federale. Oltre ad alcuni aspetti positivi, questa «ottimizzazione del sistema salariale» cela anche notevoli peggioramenti a discapito delle collaboratrici e dei collaboratori.

Nota positiva: salari iniziali più elevati e un’indennità di residenza integrata

transfair valuta positivamente l’innalzamento dei salari iniziali. Oggi l’Amministrazione federale ha spesso difficoltà a reclutare lavoratrici e lavoratori all’inizio della loro carriera professionale. L’innalzamento degli stipendi iniziali può essere risolutivo. Consideriamo altrettanto positiva l’integrazione dell’indennità di residenza, che in futuro non sarà più versata separatamente, bensì direttamente come parte del salario. Inoltre i valori massimi delle fasce salariali aumenteranno della zona 13 dell’indennità di residenza.

Nota negativa: il salario massimo si allontana sempre più

transfair valuta invece criticamente la fissazione del limite massimo della fascia salariale e del salario target. Questo stipendio, che le collaboratrici e i collaboratori possono raggiungere nel corso degli anni con buone prestazioni, in futuro rimarrà inferiore del 10 per cento rispetto al salario massimo attuale. In altre parole: chi attualmente non ha ancora raggiunto lo stipendio massimo, in futuro guadagnerà molto meno rispetto a oggi. Sebbene il salario massimo rimanga ufficialmente invariato, sarà quasi impossibile raggiungerlo. Perché? A partire dal salario target, lo stipendio non potrà aumentare che dello 0,5 per cento all’anno. Pertanto, per recuperare i 10 punti percentuali mancanti servono fino a 20 anni di ottime prestazioni. Pertanto, lo stipendio massimo rimane di fatto irraggiungibile.

Esempio di calcolo

  • Immagina di trovarti nella classe salariale 20, dove il salario massimo è attualmente di 137 650 franchi all’anno, inclusa la zona 13 dell’indennità di residenza.
  • Nel nuovo sistema, il salario target (il nuovo obiettivo che puoi raggiungere con il tempo) è inferiore di 8603 franchi, attestandosi pertanto a 129 047 franchi.
  • In teoria hai ancora la possibilità di raggiungere i 137 650 franchi, ma: non appena arriverai a 129 047 franchi (salario target), riceverai al massimo lo 0,5 per cento di aumento salariale all’anno (645 franchi).
  • Per recuperare gli 8603 franchi che mancano per arrivare allo stipendio massimo precedente, saranno necessari più di 13 anni. È importante notare che servono 20 anni per raggiungere il salario target, quindi in totale 33 anni.
  • Conclusione: puoi ancora raggiungere lo stipendio massimo precedente, ma solo dopo moltissimo tempo e molti non ci riusciranno mai. A lungo termine, per la maggior parte delle collaboratrici e dei collaboratori questo significa un salario più basso rispetto a quello possibile attualmente.

La situazione dei quadri superiori si presenta invece in maniera diversa: per loro il salario target viene fissato al livello dell’attuale valore massimo. I quadri possono pertanto tuttora raggiungere lo stipendio massimo finora previsto. Inoltre, un’analisi dell’Amministrazione federale dimostra che i quadri superiori vengono valutati molto meglio dei dipendenti che ricoprono funzioni intermedie e inferiori. Entrambe le cose portano a una ridistribuzione a favore delle classi salariali superiori, un’evoluzione che transfair rifiuta categoricamente.

Anche l’evoluzione salariale viene rallentata

Tuttavia, in futuro la maggior parte del personale dell’Amministrazione federale non solo otterrà salari target inferiori, ma il percorso per raggiungerli sarà anche più lungo: mentre oggi lo stipendio massimo della fascia salariale è raggiungibile nel corso di circa 15 anni, alla retribuzione target nel nuovo sistema si arriva solo dopo circa 20 anni. L’evoluzione salariale in tal modo risulta più piatta. Per lo meno questo effetto viene indebolito dai salari iniziali più elevati.

Chi vince e chi perde

Una premessa: chi ha già raggiunto lo stipendio massimo della sua classe salariale non ha nulla da temere. Il suo livello salariale rimarrà invariato. Chi è all’inizio della propria carriera, può forse addirittura sperare in un aumento di stipendio. I perdenti, invece, sono tutti coloro che sono ancora in fase di progressione salariale. Fase che in futuro durerà più tempo e porterà a un salario target più basso.

Nessuna negoziazione con le associazioni

Insieme alle associazioni della CI Personale federale, transfair ha ripetutamente criticato questi punti nei confronti dell’Ufficio federale del personale e del Consiglio federale. Avevamo chiesto di negoziare sui dettagli del nuovo sistema salariale, ma con la sua risposta il Consiglio federale ora respinge la richiesta dei sindacati, il che è tutt’altro che un buon segno per il partenariato sociale nell’Amministrazione pubblica.