Congresso di categoria del 13 novembre 2025 a Thun: mobilità del futuro

Trasporti pubblici

Congresso di categoria del 13 novembre 2025 a Thun: mobilità del futuro

Alla metà di novembre, circa 85 membri di transfair si sono riuniti a Thun per il congresso della categoria Trasporti pubblici. Il tema: come sta cambiando la mobilità e cosa significa questo per le collaboratrici e i collaboratori? Il messaggio delle esperte e degli esperti: la tecnologia non sostituisce l’essere umano.

Lea Lüthy
Membri del pubblico al Congresso di settore Trasporti pubblici 2025 a Thun

In futuro saranno i robot a guidare i treni? Le app sostituiranno i Centri viaggiatori? Al cinema Rex di Thun, 85 membri di transfair hanno discusso di questioni che riguardano il futuro. Christa Hostettler, direttrice dell’Ufficio federale dei trasporti, ha aperto il congresso con una presentazione sullo sviluppo della mobilità. Il suo messaggio: «la tecnologia da sola non è affidabile. Lo diventa solo dopo che noi esseri umani possiamo monitorarla, capirla e controllarla. Ed è proprio per questo motivo che sono necessarie persone con esperienza pratica in azienda. La trasformazione digitale richiede grandi investimenti nella formazione continua del personale per permettergli di acquisire le competenze digitali necessarie. 

Nella sua presentazione, Véronique Stephan, responsabile Mercato Viaggiatori FFS, ha illustrato in che direzione va il viaggio: chi vuole rafforzare ulteriormente i trasporti pubblici (TP), deve tenere presente l’intera catena della mobilità. Quasi la metà del tempo di percorrenza non viene impiegato solo nel viaggio in treno in sé, ma nel tragitto da e verso la stazione. Per il futuro dei trasporti pubblici sono pertanto fondamentali il primo e l’ultimo miglio. 

Guida autonoma sul banco di prova

Le FFS stanno mostrando in un progetto pilota come potrebbero presentarsi in futuro questo primo e ultimo miglio. Nella primavera del 2026, nel Weinland zurighese saranno lanciate navette a guida autonoma. «Vogliamo capire già in fase iniziale quale ruolo può svolgere la guida autonoma per i TP», sottolinea Véronique Stephan. 

Nel pomeriggio, le specialiste e gli specialisti hanno approfondito il tema durante il dibattito. Armin Weber, CEO della Südostbahn (SOB), ha riferito di un ulteriore progetto pilota: presso Goldau la SOB sta svolgendo dei test su un sistema di assistenza alla guida automatica, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche per comprendere l’impatto dell’automazione sulle persone. I macchinisti vengono monitorati mediante cardiofrequenzimetri. Il tracciamento degli occhi, invece, registra i movimenti oculari. «Stiamo cercando di capire come cambia il livello di stress quando un macchinista si avvicina a un punto di arresto con diverse curve di frenatura», spiega Armin Weber. Più del 75 per cento dei tragitti viene percorso volontariamente in modalità automatizzata. Per Armin Weber questo è un indizio che il progetto pilota riscuote grande consenso. 

No al dumping salariale sul primo e sull’ultimo miglio

Ueli Stückelberger, direttore dell’Unione dei trasporti pubblici, sottolinea: la guida autonoma non fa parte delle competenze chiave del settore dei TP. È necessario collaborare con partner che dispongano di queste conoscenze tecniche. 

Bruno Zeller, responsabile della categoria Trasporti pubblici di transfair, mette però in guardia dalle conseguenze: se i fornitori esterni svolgono un ruolo significativo, c’è il rischio di dumping salariale e di un deterioramento delle condizioni di lavoro. La sua prima priorità: mantenere condizioni di lavoro attraenti. 

La politica deve stanziare fondi

Un ulteriore problema riguarda il finanziamento. In linea di principio, l’intenzione è quella di attuare tutto, ha affermato Ueli Stückelberger con riferimento alla politica. «Ma quando si tratta di pagare, poi si tagliano i fondi.» Soprattutto nel traffico regionale viaggiatori. Il suo avvertimento: «Se non riusciamo a finanziare le attuali offerte, è inutile riflettere su servizi supplementari.» 

La cabina di guida rimane in mano all’essere umano, almeno per il momento

«Il sistema ferroviario è lento. Abbiamo tempo di reagire ai nuovi profili professionali», sostiene Bruno Zeller. Per il personale nella cabina di guida non vede alcun pericolo imminente. «Il personale di locomotiva sarà indispensabile ancora per decenni. L’esercizio ferroviario è troppo complesso.» 

Olivia Stuber, collaboratrice scientifica presso transfair, relativizza le cose: in altri settori del servizio pubblico, lo sviluppo è molto più rapido. «Nel settore ICT vengono introdotte quasi mensilmente nuove tecnologie, con conseguenze sul personale.» Il risultato: ingenti tagli e numerosi burnout. I trasporti pubblici sono avvantaggiati dal loro sviluppo più lento e dovrebbero sfruttare questo tempo per portare con sé il personale. 

Cinque richieste alla politica e ai datori di lavoro

Alla fine, i membri hanno approvato una risoluzione. La richiesta principale è che il personale abbia voce in capitolo sin dall’inizio, ossia al momento dell’introduzione di nuove tecnologie. Solo così le collaboratrici e i collaboratori rimarranno a bordo anche con la futura mobilità.