Progetto Inclusione 2.0 presso RetePostale

Posta & Logistica

Progetto Inclusione 2.0 presso RetePostale

La Posta ha lanciato un progetto che permette alle persone portatrici di disabilità di proporre nuove prospettive e lavorare per il gigante giallo. Uno degli attori del progetto pilota presso RetePostale (RP) è Marcel Trütsch, membro di lunga data di transfair che racconta al sindacato di questa esperienza estremamente arricchente a livello umano e di cosa ha appreso.

Diego Frieden
Marcel Trütsch

Marcel Trütsch

Marcel Trütsch, classe 1977, lavora da 30 anni alla Posta e attualmente è responsabile del team di Glarona di RetePostale. Membro di transfair da ben 25 anni, nel suo tempo libero ama stare in mezzo alla natura e intraprendere lunghe escursioni. 

Marcel, stai partecipando al secondo progetto pilota dal nome «Inclusione RP». Di cosa si tratta?

Si tratta di integrare persone con disabilità nei vari team. Il progetto pilota 1.0 è stato condotto in una grande filiale nella regione di Berna. L’esperienza è stata positiva. Poi è arrivato il Coronavirus e il progetto è stato sospeso temporaneamente. Il progetto pilota 2.0, inizialmente previsto dalla primavera all’estate del 2022, ma poi prorogato, aveva lo scopo di mostrare se siano adatti anche team/filiali di medie e piccole dimensioni. Ci siamo però subito accorti che in una piccola filiale ci sarebbe troppo poco lavoro per queste persone. Motivo per cui, abbiamo proposto che la persona selezionata possa alternarsi in tre delle nostre filiali. L’idea è stata accolta con favore è quindi attuata.

Come funziona esattamente il progetto?

Prima si sono svolti colloqui preliminari a livello dirigenziale. Sin dall’inizio, sono sorte preoccupazioni e dubbi sul fatto se, sia noi che i diretti interessati, fossimo in grado di farcela. Personalmente, penso che nella regione di Glarona le persone con disabilità non siano un tabù e che l’atteggiamento sia stato in generale positivo, il che ha reso il tutto molto più facile. Il primo obiettivo era quello di definire i «pacchetti di lavoro» insieme all’istituto, il quale successivamente ha scelto una persona appropriata. Questa persona presenta disabilità fisiche e di linguaggio, è molto intelligente e conosciuta nella regione di Glarona ed è impegnata in attività di volontariato. Con l’officina ci siamo pertanto accordati su un tasso d’occupazione del 40 per cento, ripartito su due giorni di lavoro. L’approccio «il maggior tasso d’occupazione possibile» è stato scartato sin dall’inizio, perché è fondamentale che si desse la priorità alla persona e alle sue esigenze e non al fatto che dovesse lavorare il più possibile.

Dopodiché è arrivato il momento di conoscersi nel team. Com’è andata?

Prima che la persona incontrasse l’intera l’equipe, tutti abbiamo dovuto seguire una formazione che ci ha fornito risposte a domande quali: «cosa facciamo se succede qualcosa di grave? Come dobbiamo reagire in una determinata situazione?» Al momento dell’incontro molte di queste preoccupazioni però non c’erano già più. La cosa più importante è essere onesti gli uni con gli altri e discutere: tutto quanto dipende dalla reciproca fiducia.

Marcel Trütsch

„„È magnifico potersi rendere conto di tutto ciò che è fattibile. Questa persona ci fa capire che dobbiamo cambiare il nostro punto di vista

Marcel Trütsch, Responsabile del team di Glarona di RetePostale

Ci puoi descrivere la giornata tipo con il nuovo collega di lavoro?

Si è integrato alla perfezione «nel team», indossa lo stesso vestiario e ha assunto diverse mansioni nel back office e allo sportello per i clienti commerciali. La clientela non è stata esplicitamente informata e le reazioni sono state molto positive. «È magnifico potersi rendere conto di tutto ciò che è fattibile. Questa persona ci fa capire che dobbiamo cambiare il nostro punto di vista. Inoltre, è molto orgogliosa del suo lavoro in seno alla Posta e ha un’aura e un’energia eccezionale.

Qual è il tuo ruolo all’interno del progetto?

Sono coordinatore in loco, mentre la mia sostituta è un’assistente sul posto, la cosiddetta «madrina» di questa persona. Ogni giorno teniamo con la persona un breve colloquio, si tratta in pratica di un «diario di 5 minuti» per discutere come si sente e quali nuove conoscenze abbiamo acquisito. I nostri compiti sono l’accompagnamento e la stesura di un verbale sul progetto.

Quali sono le principali conoscenze che hai acquisito nell’ambito del progetto?

La persona deve avere la priorità: chi è, quali sono i suoi punti di forza e di debolezza? Non si può pianificare e organizzare nulla senza la persona. In rapporto all’inclusione ci sono infatti grandi differenze tra teoria e pratica.

Siamo stati piuttosto «frenati»: bisogna iniziare con modestia per poi proseguire passo dopo passo. Questo aspetto, che abbiamo attuato, è importante per motivare la persona nonché per il suo ulteriore sviluppo. Ora la persona lavora al 50 per cento.

Qual è il tuo auspicio sul tema dell’inclusione? Quale sarebbe la tua «visione» in merito a questo argomento sociale?

Vorrei che il progetto proseguisse in ogni caso anche oltre la fase pilota e d’ora in poi venisse attuato. Le incertezze a questo riguardo e le proroghe del progetto pilota sono state tutt’altro che facili per questa persona. Inoltre, il progetto dovrebbe essere introdotto in tutta la Posta e non solo presso RetePostale. A questo scopo, servono persone di riferimento chiaramente definite, team sociali e sufficiente partecipazione. A volte la nostra società è un po’ egoista e tutto il progetto non solo dimostra a noi, persone non portatrici di disabilità, che possiamo a volte essere superficiali, ma relativizza anche tutte quelle cose che percepiamo come cosiddette grandi «difficoltà».